Essere single: 5 consigli pratici per godere di questa tua fase di vita
Essere single: un tema scottante, ora tabù, ora oggetto di invidia. Ma come te la vivi davvero? Che tu ti sia lasciato da poco o che sia single già da un po’, vediamo di “buttare giù” alcuni consigli pratici per riuscire a godere di questa tua fase di vita.
I retaggi del passato
Per molto tempo si è tendenzialmente dato per scontato che un progetto di vita di successo implichi avere un partner. Meglio se poi, da quel rapporto d’amore, si arriva a creare una famiglia.
E chi non rientrava in questo canone?
I single del passato dovevano per forza “giustificare” la loro condizione attraverso il dedicare la propria vita alla religione o ad una carriera professionale talmente ambiziosa da richiedere una dedizione totale al lavoro.
In assenza di un motivo valido che spiegasse l’assenza di un partner, l’essere single era visto come un chiaro segno di stranezza o, nella migliore delle ipotesi, di fallimento.
Ma oggi le cose stanno ancora così? Temo di sì!
Finché sei over 35 passi! Siamo diventati moderni, le persone vanno e vengono nelle nostre vite, è giusto fare esperienze e cambiare. È lecito persino viversi dei periodi da soli. In fondo abbiamo capito che è utile sperimentarsi di tanto in tanto, fare un po’ i conti con se stessi, ecc. Ma dopo i 40 la cosa comincia un po’ a puzzare…
L’idea che un single soddisfatto possa essere normale e ordinario non passa molto facilmente. Automaticamente, quasi inconsapevolmente, associamo il concetto di “single adulto” a uno stile di vita incompleto, incapace di donare un autentico benessere.
In questo articolo voglio arrivare a sostenere che è perfettamente possibile godersi l’essere single senza vivere col naso tappato in attesa che tutto finisca, come davanti a uno sciroppo per la tosse.
Essere single (altrimenti detto: “la singletudine”)
La singletudine, lungi dall’essere uno stato sentimentale, descrive in realtà una persona che avanza attraverso una determinata fase della sua vita in pienezza e libertà, senza per questo aspettare qualcosa o senza l’obbligo di cercare nessuno. Perché essere single non si riduce a questo, a volte scegliamo semplicemente di impegnarci con noi stessi.
Non importa se siamo stati lasciati, se abbiamo lasciato, se abbiamo scelto o drammaticamente subito questa esperienza. Limitiamoci ad osservare questa cosa per quello che è.
Nonostante la maggior parte degli studi sostenga l’idea che le persone sposate siano, in generale, più felici dei single, questi stessi lavori evidenziano anche che le coppie più soddisfatte sono quelle in cui i coniugi sono buoni compagni e ottimi complici. Cosa che, in effetti è tutt’altro che scontata. La cosa più comune nella vita è avere diverse relazioni, che possono o meno portare a trovare la persona “giusta” per noi. Possono farci conoscere la felicità più sublime o condurci, da un giorno all’altro, a conoscere il sapore della cocente delusione e del dolore.
Sono una grande sostenitrice dell’amore. Perchè diciamocelo, amare qualcuno ed essere amati è meraviglioso ed è qualcosa che senza dubbio vale la pena vivere anche più volte nella vita. Non fosse altro che per l’opportunità che ci offre di conoscere noi stessi e le nostre ombre attraverso l’altro!
La felicità, il benessere e l’equilibrio tuttavia devono nascere da te stesso, l’unica luce imperitura capace di guidarti nel tuo cammino. Sia esso solitario o al fianco di qualcuno.
Una colonna si tiene in piedi da sola, non sta poggiata su un grosso masso o sulla parete di un edificio! Ecco, noi dobbiamo essere come lei! E quand’anche condividiamo il nostro cammino con qualcun’altro, sarebbe quantomeno utile che fossimo due colonne che si sorreggono da sole, sulle quali magari costruire una struttura più grande.
Immaginiamo un bel tempio greco in cui due colonne giacciono accatastate l’una sull’altra e su di esse un architrave sbilenco che rischia di fare un colossale botto: siamo ben lontani dal canone estetico classico!
Felicemente single
Qualche anno fa è stato pubblicato un articolo che ha rivoluzionato il mondo accademico unendo due parole: “Happily Single” (felicemente single). Improvvisamente, il termine “single” è diventato di moda. Le agenzie di viaggio e gli organizzatori di eventi hanno visto un nuovo campo su cui investire. Ora, è indubbio che i single siano una miniera d’oro se parliamo di marketing, ma appare evidente come di fatto si stava nuovamente cadendo nel solito vecchio cliché: invogliare il single a trovare un partner, ad abbandonare il proprio status.
La terra del “non cerco e non aspetto”
La condizione di single non è per forza una sala d’attesa dove attendere che passi il treno di un nuovo matrimonio o una nuova relazione. È possibile semplicemente stare nell’esperienza, senza né cercare né aspettare.
È frequente e sempre lecito stare con qualcuno per bisogno, desiderio e incastri di vario tipo. Non è necessario, tuttavia, stare con qualcuno solo per paura della solitudine! L’amore, quello bello, arriva quando sei completo anche da solo, quando l’altro non può che migliorare uno stato che già da sè funziona.
Ogni caso è unico e ognuno di noi ha indubbiamente il proprio bagaglio sulle spalle, ma sono in tanti a scoprire che la singletudine può donar loro una vita ricca. Possono perseguire i loro interessi e le loro passioni e persino prendere decisioni più significative quando sono soli.
Ci sarà senza dubbio chi vorrà trovare quella persona capace di inserirsi nei propri sogni, negli orli dei propri vuoti e nello scintillio dei propri valori, ma questo non significa ossessionarsi o cercarla in ogni angolo. A volte può limitarsi a un “lasciarsi trovare” mentre si avanza nel proprio cammino, dove non si aspetta nulla e allo stesso tempo si aspetta tutto…
5 consigli pratici per uscire dalla sala d’attesa
Sulla scia di quanto detto finora, le idee e le convinzioni che abbiamo ereditato dalla cultura che respiriamo possono fungere da profezia che si autoavvera. Un single potrebbe arrivare a percepirsi come un soggetto incompleto o addirittura come un fallito.
La verità è che, attraverso la consapevolezza emotiva e un allineamento tra pensieri ed emozioni, è perfettamente possibile essere dei single soddisfatti e contrastare l’influenza limitante di quegli stereotipi e pregiudizi che ancora sopravvivono.
1. Inizia un diario delle emozioni per individuare le tue convinzioni disfunzionali
Se finora hai sperimentato l’essere single come un problema questo, almeno in parte, è dovuto al fatto che hai interiorizzato una serie di convinzioni disfunzionali basate sul pregiudizio. Idee che hai accettato senza ulteriori indugi per pura pressione sociale. Non ti sei probabilmente fermato a valutare se sono conformi alla realtà e come ti fanno sentire.
Per rilevare queste convinzioni disfunzionali, è molto utile tenere un diario emotivo. Prendi un quaderno in cui appuntare ciò che provi nei momenti di maggiore intensità emotiva della giornata, ciò che ti passa per la testa nelle situazioni che per te sono significative. Scrivi per almeno una settimana e poi rileggi. Sarà sicuramente facile rilevare alcune idee principali, temi frequenti e convinzioni generali dietro il tuo modo di pensare.
2. Non lasciare che il tuo tempo libero sia dedicato ad attività solitarie
Sebbene il fatto di essere single non equivalga ad avere molto tempo libero, è un dato di fatto che in media chi non ha un partner ha più ore “libere da responsabilità” rispetto a chi è sposato o convivente. Se fai esclusivamente o soprattutto cose da solo, sarà sicuramente più probabile che ti senta disconnesso dal tuo ambiente.
Impegnati a far sì che quell’extra di tempo libero sia fatto di momenti dedicati a te stesso e momenti dedicati alla compagnia di amici e familiari.
3. Impara a smettere di vedere le rotture precedenti come un fallimento
Uno degli elementi che rendono più difficile l’essere single è il viverlo come un purgatorio, una punizione conseguente al fallimento di una relazione, lo stato che ci ricorda che “non siamo stati in grado di tenere qualcuno al nostro fianco”. Questa visione degli eventi è molto legata alla favola della mezza mela, secondo la quale dobbiamo cercare la nostra dolce metà, che ci completa e ci sarà a fianco per tutta la vita.
La verità è che la scelta di un partner e il tempo che passiamo in una relazione risponde a dei bisogni che non rimangono stabili nel tempo. Noi cambiamo, ci evolviamo e con noi i desideri e i bisogni da soddisfare nella coppia. Ci vuole un grosso impegno per far sì che due persone crescano nella stessa direzione, ma se questo non accade capita di lasciarsi. Arriverà qualcun’altro o forse no. Quel che è certo è che possiamo essere così flessibili da adattarci a un’immensa varietà di ambienti e situazioni.
Smetti di concentrarti solo su quei comportamenti che hanno determinato la fine della tua relazione e assumi una prospettiva più elevata di ciò che è successo. Si può dire che è stata tutta colpa tua? La colpa è davvero un concetto utile per capire cosa è successo e imparare qualcosa? L’incompatibilità tra due persone in una relazione è qualcosa che va al di là delle considerazioni morali su quanto bene o male ognuno abbia fatto.
4. Assapora la tua indipendenza
L’essere single va di pari passo con una maggiore indipendenza. Esplora il potenziale di questa risorsa nel tuo nuovo stile di vita. Non avere come riferimento quello che fanno le persone che hanno un partner. Crea il tuo modo di goderti le tue opzioni concentrandoti su ciò che ti piace davvero: contatta persone che hai perso di vista, stila una lista di cose che vorresti fare nei prossimi due mesi, e poi un’altra con le cose da realizzare nei prossimi sei. Tenere a mente questi obiettivi ti aiuterà a valutare la tua capacità di adattarti a quei progetti senza doverne discutere con nessun altro.
5. Apprezza ciò che le relazioni sessuali e affettive ti portano senza compromessi
Ora puoi goderti la sessualità senza grandi impegni e senza gli schemi dell’amore romantico. Potrebbe non essere nelle tue corde, potrebbe non venirti naturale, o magari sì. Abbandona la tua zona di comfort e sperimenta!
Se invece ritieni di dover elaborare in modo diverso e più profondo il modo in cui ti senti o la fine della tua precedente relazione, allora ti suggerisco di contattare uno psicoterapeuta. Attraverso un percorso personale potrai avere lo spazio di cui hai bisogno per elaborare i tuoi vissuti.