Nella storia della psicoterapia è possibile individuare alcuni grandi modelli, che nelle loro diverse visioni del mondo e dell’uomo hanno dato vita a diverse modalità di intervento terapeutico.
Nel vastissimo panorama delle scelte possibili, io ho deciso di formarmi all’ASPIC di Roma e mi sono orientata verso un approccio pluralistico integrato, che trae le sue origini dall’esistenzialismo e la psicologia umanistica.
La psicologia umanistica richiama la centralità della persona, l’esistenzialismo l’importanza della responsabilità personale e della capacità di scegliere il proprio destino. Su questa premessa ho sposato l’idea che nessun approccio sia meglio di un altro, ciò che bisogna chiedersi è: “quali tecniche, di quali orientamenti, in che momento della terapia, per quali clienti, per quali loro richieste risultano più adatte”.
Le evidenze della ricerca e la pratica clinica sono per me un costante riferimento per dare risposta a queste domande, in uno spazio in cui l’integrazione di diverse teorie e di strategie e tecniche mutuate dai diversi approcci terapeutici mi consentono di pianificare un intervento a misura della persona, che tiene conto delle sue peculiarità, in quel preciso momento di vita, per il suo specifico problema.
La relazione e l’alleanza tra terapeuta e cliente fanno da sfondo a questo scenario e si pongono quale elemento trainante, attivando quei processi curativi che sono alla base del cambiamento e dell’accettazione di sé.
Nel contesto del mio lavoro agevolo il contatto con le emozioni, il corpo e la propria naturale abilità di rispondere positivamente agli eventi della vita. Credo fortemente in un approccio olistico al ben-essere che mette insieme mente, corpo, cuore e spirito per sviluppare nuovi modi di relazionarsi all’insegna della libertà, della scelta e dell’autoefficacia.