Assertività: quando dire NO non è più un problema!

Assertività: quando dire NO non è più un problema!

Ti capita spesso di dire di sì anche quando vorresti dire no? Hai paura di dire quello che pensi? Non sai come superarlo? Allora prosegui nella lettura. Parleremo di assertività!

Ciò che diciamo troppo spesso non coincide con ciò che pensiamo. Siamo liberi di pensare quel che ci pare, ma non poi così tanto di esternarlo. 

Quando eravamo bambini – e in alcuni casi oserei dire: per fortuna! –  ci hanno insegnato che non è bene dire proprio tutto quello che ci passa per la testa. Così da adulti l’autocensura, ovvero il nostro modo di intendere ciò che è bene o non è bene comunicare, ci porta a fare una certa selezione… in uscita! 

Alcuni nostri pensieri potrebbero essere come lame affilate per i nostri interlocutori e, in ogni caso, parlare a ruota libera può rivelarsi decisamente controproducente per noi.

È vero, tuttavia, che il nostro “buttafuori interiore” è talvolta troppo selettivo e ci impedisce di mostrarci agli altri per quello che siamo veramente. Sto parlando di tutte quelle situazioni in cui la tua paura di esporti e di dire ciò che pensi è davvero eccessiva. In questo post cercherò di approfondire le cause di questo fenomeno. Parleremo di assertività e di come allenarla.

La paura di esprimersi

Pensieri e parole abbiamo detto che non sempre coincidono. La nostra mente è un luogo in cui vige la libertà di opinione, una sorta di schermo mentale su cui proiettiamo ogni tipo di pensiero, opinione, sentimento, emozione e credenza. Sulle cose che ci accadono, su ciò che riteniamo importante, su come le cose dovrebbero andare. La nostra mente è libera di pensare ciò che vuole, anche se sono pensieri maligni e tossici sugli altri.

Tuttavia, come in un film, non tutte le scene che sono state girate finiscono nel prodotto che esce in sala. Diciamo che se ciò che verbalizziamo è la punta di un iceberg che si erge dal mare, ciò che pensiamo – l’intero processo psicologico che c’è dietro – corrisponde alla sua parte sommersa. E torno a dire, meno male! Perché certi pensieri, alle volte, è decisamente meglio che rimangano privati!  

Avrò avuto non più di 4 anni, quando mia madre racconta che smanazzando il viso di mia nonna me ne uscii candidamente così: “Nonna, perché hai le guance sgonfie”? Mia nonna era solo una settantenne dei primi anni ‘80, sicuramente bella ma un tantino âgée agli occhi di una bimba… Per non parlare del fatto che una settantenne di oggi al confronto è una ragazzina!

Ora, meno male che era mia nonna… ma concorderai con me che non è carino né producente dire a qualcuno che lo troviamo vecchio, anche se in una forma carina e divertente! Ecco perché ci censuriamo in più di un’occasione, dando la priorità alla conservazione delle nostre relazioni sociali piuttosto che allo sfogo libero dei nostri pensieri. C’è qualcuno di mia conoscenza che ama fare gaffe e ne fa di terribili, ma queste persone sono una minoranza!

Scherzi a parte però, questa autocensura può essere così forte, così intensa, da provocarci davvero molto disagio. Ciò che lo genera è la paura di dire la nostra, di essere fraintesi e di renderci ridicoli.

Mancanza di assertività

Ci possono essere molti fattori dietro la paura di dire ciò che pensiamo, inclusa la mancanza di autostima e la mancanza di fiducia in noi stessi. Tuttavia, la mancanza di assertività è probabilmente il fattore più influente nella comparsa di questa peculiare paura, sicuramente quello più forte. Più sei assertivo, in linea di principio, meno hai paura di esprimerti liberamente.

Amo parlare di assertività perché troppo spesso, quando faccio colloqui di selezione o di valutazione del potenziale nelle aziende, vedo persone che boccheggiano come a dire: “sì… forse l’ho sentita qualche volta ‘sta parola, ma non è che ho ben capito di cosa si tratti”! Ma mica te lo dicono! E quando gli chiedi di farti un esempio di una situazione in cui sono stati veramente assertivi… non voglio dire quali mostruosità hanno sentito le mie orecchie! Un po’ come quando la mia compagna di liceo prossima alla bocciatura, durante la sua ultima interrogazione di inglese prima degli scrutini rispose alla domanda “Cosa fai quando ti fai male”? con un fantastico “Vado alla stazione”!

Assertività: una possibile definizione

Non si può parlare di assertività senza citare i lavori pionieristici dello psicologo americano Andrew Salter, che ha descritto il concetto già tra gli anni ‘40 e ‘60. Salter l’ha intesa come la capacità di esprimere opinioni e desideri personali, o anche il difendere i nostri diritti in modo rispettoso, onesto e sincero. Senza danneggiare o ferire nessuno, in modo educato ed energico. In soldoni vuol dire non lasciarsi mettere i piedi in testa, senza perdere la testa con reazioni inappropriate.

Potremmo dire che l’assertività ci rende capaci di dire no senza sentirsi in colpa.

Dalla ricerca di Salter si potrebbe concludere che chiunque può essere assertivo ma le circostanze, in un certo modo, influenzano la probabilità di esserlo. Quindi si può nascere con una certa naturale disposizione all’assertività, ma chi non è così fortunato può apprendere questa capacità e farla propria, anche se è una persona molto timida e introversa. C’è sempre la possibilità di affinare le nostre abilità comunicative e sociali.

Caratteristiche di una persona assertiva

La persona assertiva è una persona che “asserisce”, che afferma qualcosa con convinzione e fermezza (Giusti E., 2006). 

Vediamo alcune delle sue caratteristiche:

  • Si esprime in maniera efficace e autentica, sa ascoltare e chiedere chiarimenti
  • Accetta le critiche costruttive e rifiuta quelle manipolative e svalutanti
  • Le critiche che rivolge agli altri non generano disagio o frustrazione perché stimolano il cambiamento
  • Sa rifiutare ciò che non desidera e sa aiutare gli altri se le viene richiesto
  • Sa entrare in contatto con le proprie emozioni.

Perché abbiamo paura di dire ciò che pensiamo?

I motivi possono essere molti. Cerchiamo di capirne di più:

1. Paura del rifiuto

Quando ci preoccupiamo troppo dell’opinione degli altri, tendiamo a compiacere ed accettare tutto, anche se non ne abbiamo voglia.

Una serie di pensieri irrazionali e convinzioni infondate sostengono la paura che, se esprimiamo la nostra idea o diciamo di no, agli altri non piacerà. Smetteranno di volerci, si sentiranno offesi o ci prenderanno per persone strane.

A tal proposito, uno studio dell’Università del Michigan ha scoperto che il rifiuto sociale fa sì che il corpo umano crei le stesse sostanze chimiche di quando subisce un colpo fisico. In altre parole, essere respinti ci ferisce tanto quanto essere aggrediti. Ciò darebbe un correlato fisiologico alla consistenza di una paura di questo tipo.

Il problema è che questa paura può portarci a mostrarci molto diversi da come in realtà siamo. Avremo le nostre personalissime opinioni, percezioni, sentimenti ed emozioni, ma fuori ci mostreremo diversi per compiacere gli altri, causandoci un bel po’ di infelicità. 

Non devi piacere a tutti, non tutti hanno buon gusto

Anonimo

2. Pensare che le nostre idee valgano poco

Capita spesso di dare poco valore alle nostre idee. Potremmo ritenerle senza senso o poco interessanti, di scarso valore sociale. Meglio censurare! Potremmo persino pensare che nulla di ciò che proviene da noi possa essere rilevante. In questo caso abbiamo probabilmente a che fare con una bassa autostima.

3. Pensare che ci renderemo ridicoli

Un altro motivo per cui non esprimiamo i nostri pensieri ha a che fare con la paura di rendersi ridicoli. Fare un po’ di selezione in uscita ha una funzione adattiva, per carità, ma questa paura può diventare così intensa da impedirci di fare qualsiasi cosa. Non ci piace soffrire, ma pensiamo di poter soffrire praticamente per qualsiasi cosa diciamo e facciamo. Ed è proprio a questo punto che la paura di essere presi in giro acquista una tonalità chiaramente disfunzionale. Ci impedisce di essere veri, di mostrarci per come siamo e limita la nostra libertà e la possibilità di fare esperienze positive.

Come superare questa paura?

L’abbiamo sperimentata tutti almeno una volta nella vita e per quanto possa arrivare a sembrare insormontabile, posso affermare con assoluta certezza che può essere superata. Bisogna allenare l’assertività! Quanto più la sviluppiamo, più ci sentiremo liberi.

Ognuno lo farà a modo suo, ma ecco alcune linee guida generali per iniziare a lavorarci:

  • Annota i tuoi pensieri: la possibilità di rileggerli, di tornarci sopra e il solo fatto di averli organizzati ti renderà molto più calmo e centrato al momento di parlare.
Allenare l’assertività: scrivere un diario
  • Inizia con situazioni facili: puoi iniziare dicendo quello che pensi con persone con cui hai molta confidenza, e su argomenti che non siano particolarmente conflittuali o delicati. A poco a poco, sarai in grado di gestire situazioni più difficili.
  • Fidati di te: La fiducia in se stessi sarà la chiave per ridurre la paura di dire la tua.
  • Analizza come ti senti: dopo aver provato a dire ciò che pensi in situazioni facili (che gradualmente aumenteranno di difficoltà), chiediti come ti sei sentito e scrivilo. Riflettere su quelle emozioni ti aiuterà a conoscerti meglio e a rilevare possibili paure quando esprimi ciò che pensi.

Se questi pochi consigli ti sono stati utili e ci hai preso gusto, la psicoterapia è senz’altro un luogo privilegiato in cui apprendere ed allenare non solo l’assertività, ma tutte le tue abilità comunicative. 

Un percorso di crescita personale è come una palestra in cui costruire per poi esportare quanto appreso nel mondo esterno!

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